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IL Colibrì
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Il Guerriero del
sole.
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Testo e fotografie di Ernesto Francini
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Colibrì Myrtis fanny (stella dei boschi) in volo (maschio).
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Per la sua spiccata aggressività, la rapidità nel volo e nelle
acrobazie, per gli stupendi colori di cui è dotato, le antiche civiltà
americane lo consideravano la reincarnazione di valorosi guerrieri caduti
in battaglia e la rappresentazione in terra del dio Sole.
Gli Atzechi adoravano il dio “colibrì azzurro “ e ad esso
innalzarono il loro tempio.
Il popolo Nazca lo ritrasse nella Pampa di Ingenio, in Perù,
in un enorme disegno visibile solo dall’aereo (del quale ancor oggi non si
conosce il significato).
Questo piccolo uccello, della famiglia dei Trochilidi, proprio
delle foreste dell’America tropicale, è uno degli animali più stupendi
esistenti oggi sul nostro pianeta.
Nessuno, in passato, è riuscito a resistere all’incanto di
questa creatura.
Cristoforo Colombo lo descriveva come “piccolo meraviglioso
uccello tanto diverso dai nostri”.
I grandi maestri della zoologia, ciascuno con un proprio
stile, cercarono poi di descriverlo con le loro parole.Audubon lo comparò a
“frammenti di arcobaleno”, Goeldi lo descrisse come “pietra preziosa e
fiore convertito in animale”, altri semplicemente come “gioia della
natura”.
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Colibrì
Aglaiocercus kingi detto anche Silfide codalunga.
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Colibrì Myrtis
fanny (stella dei boschi) mentre sugge il nettare da un fiore (femmina).
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Il Colibrì è l’uccello più piccolo del mondo.In natura
esistono 334 specie di Colibrì, distribuite in tutto il continente
americano ed in particolare in Sud America.
Il più
piccolo è il Colibrì Elena (calypte helenae) che pesa circa 1,6 grammi ed è
lungo 5,7 cm (di cui 1,25 cm occupati dal solo corpo, il resto da coda e
becco).Gli fa’ concorrenza il Colibrì di Vervain (mellisuga minima) di
dimensioni pressoché analoghe.
Entrambi
sono più piccoli di molte specie di farfalle e falene con le quali
condividono gli ambienti della foresta tropicale ed il loro nido è grande
circa quanto mezza noce.Il più grande è il Colibrì Gigante (patagona gigas)
che pesa 20g ed è lungo 21,5 cm.
I
Colibrì sono dotati di un piumaggio dagli splendidi colori iridescenti (che
si riscontra in modo particolare nei maschi adulti, mentre giovani e
femmine in genere hanno colori più tenui) e nessun altro uccello può
competere con loro sotto questo aspetto.
La
particolarità è che i bellissimi colori non sono dovuti alla presenza di
pigmenti sulle penne, ma all’interferenza dei raggi luminosi attraverso la
struttura prismatica delle diramazioni perpendicolari dei rami delle penne,
che scomponendo la luce solare riflettono una parte dell’iride, dando la
sensazione di riflessi metallici.
Il
piumaggio iridescente permette ai Colibrì di rendersi invisibile ai
predatori confondendosi con il colore dei fiori. I predatori più temibili
sono i serpenti che li attaccano nascondendosi tra la vegetazione e si
cibano delle loro uova e nidiacei.
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Colibrì Amazilia
amazilia.
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Il becco, appuntito, per lo più diritto o leggermente ricurvo,
è talvolta lunghissimo e serve per succhiare il nettare dei fiori o per cibarsi
di ragni e piccoli insetti che catturano in volo o all’interno delle
corolle.
Nel
suggere il nettare il becco rimane intriso del polline dei fiori, in questo
modo spostandosi da un fiore all’altro fungono anche da veicolo naturale
per l’impollinazione che, in natura, data l’impossibilità dei vegetali di
muoversi è resa possibile solo da agenti esterni “mobili”. Svolgono quindi
un ruolo importante nel mantenimento dell’ecosistema delle foreste
tropicali.
Molte delle
bellissime piante tropicali affidano la loro impollinazione al Colibrì,
contrariamente non potrebbero esistere. In questo caso la forma del becco,
che si adatta perfettamente al fiore, suggerisce vi sia stata nel tempo una
co-evoluzione tra fiore ed uccello con vantaggio reciproco: la pianta si è
assicurata un ottimo impollinatore e il Colibrì una fonte di cibo in
esclusiva.
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Colibrì Myrtis
fanny (stella dei boschi) femmina mentre sugge il nettare da un fiore.
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Colibrì Myrtis
fanny (stella dei boschi) in avvicinamento ad un fiore.
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Vola molto velocemente grazie alla sua resistente muscolatura
ed alle sue forti e leggere piume e può raggiungere velocità elevate, da 30
a 70 ed alle volte anche 100 Km/h.
Nell ’intricata vegetazione delle foreste è in grado di
spostarsi rapidamente, ma è anche capace di rimanere immobile nell’aria,
vicino ad un fiore, mentre sugge il nettare di cui si nutre; ciò è
possibile grazie al rapido movimento elicoidale delle ali, che sa mettere
in atto con maestria e che produce portanza anziché spinta. Sa volare anche
all’indietro o completamente capovolto, con il dorso rivolto verso il
basso.
Queste acrobazie sono rese possibili dal modo in cui le ali
sono attaccate alle spalle, come fossero snodate, possono muoversi variando
la propria angolazione. Esse sono poi sostenute da dei forti muscoli
pettorali, che rappresentano il motore generante la spinta, ed il cui peso
è pari al 30% del peso totale dell’uccello.
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Tipico movimento
delle ali di un colibrì, ripreso durante il volo dal basso.
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Il movimento delle ali può raggiungere la sorprendente velocità di
70-90 battiti al secondo e nelle fasi di corteggiamento arriva sino ai 200
battiti al secondo (archilochus colubris). Nessun altro uccello vivente sul
pianeta può battere le ali tanto velocemente.
Il movimento è così rapido da produrre un sonoro ronzio, come
quello di un calabrone, in lingua inglese sono quindi chiamati “
hummingbirds” che tradotto letteralmente significa uccelli ronzanti.
Questo movimento, tuttavia, richiede un notevole dispendio di
energie, considerando le piccole dimensioni del loro corpo, per questo i
Colibrì hanno bisogno di alimentarsi in continuazione e sono dotati di un
metabolismo rapidissimo.Per mantenersi in efficienza, ogni giorno devono
ingerire un quantitativo di nettare dai fiori, loro base alimentare, pari a
circa 1-4 volte il loro peso corporeo.
Per ottenere un apporto proteico integrano poi la loro dieta alimentare
con piccoli ragni ed insetti.
In proporzione, la dimensione del loro cuore, rapportata all’uomo,
è più grande di 5,6 volte (archilochus colubris). La frequenza cardiaca dei
battiti può raggiungere 1260 pulsazioni al minuto (lampornis clemenciae).
Durante la notte il Colibrì entra in uno stato di torpore o
letargia e volontariamente abbassa la temperatura del proprio corpo a 8-10
°C (di giorno è circa 40°C) in questo modo mette in atto un sistema
naturale per conservare energia e riduce notevolmente il proprio
metabolismo.Questo stato può essere messo in atto anche quando l’uccello
dispone di poche riserve alimentari , è accertato che il tasso metabolico
in questo periodo è circa 1/50 del tasso nello stato di allerta.
Il sonno letargico può durare dalle 8 alle 14 ore.
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Colibrì Myrtis fanny (stella dei boschi).
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Appartengono al popolo degli uccelli migratori e compiono,
ogni anno,delle vere e proprie trasvolate, in alcuni casi, da un capo
all’altro del continente americano.Il più settentrionale è il Colibrì gola
rubino (archilochus colubris). Nidifica in Canada sulle montagne Rocciose e
sverna in Messico e nell’America Centrale e nonostante la sua piccola mole
(pesa appena 3,5 grammi) compie distanze di migrazione di oltre 4000 Km.Di
questi, circa 1000 sono impiegati per sorvolare il mare sopra il Golfo del
Messico.
Per compiere questo viaggio immagazzina nel suo corpo uno
strato di grasso pari alla metà del proprio peso. Il volo di ritorno, nelle
zone di riproduzione, è regolato dalla fioritura primaverile delle piante
nelle regioni che deve attraversare.
Normalmente il maschio torna per primo e stabilisce il proprio
territorio prima dell’arrivo della femmina.
Maschi
che si impossessano e difendono un territorio hanno più possibilità di
accoppiarsi e di attrarre femmine rispetto a maschi non territoriali.
Quando
la femmina ritorna inizia il corteggiamento.Il maschio normalmente cerca di
attrarla con il canto e la segue in continuazione roteando in voli
acrobatici attorno ad essa.
E’ da
notare che questo uccellino può cimentarsi in una diversità incredibile di
vocalizzazioni e, come gli umani e pochi altri animali, ha sviluppato la
rara capacità di imparare suoni diversi, non solo quelli che ogni specie ha
innati in sé dalla nascita.Il suo cervello, rapportato alle dimensioni del
corpo, è uno dei più grandi nell’ambito del mondo animale.
Se il
canto prodotto è gradito dalla femmina, la stessa risponde ed inizia
l’accoppiamento.
Dopo
l’accoppiamento è la femmina che costruisce il nido. Esso è normalmente
posizionato sul ramo cadente di un cespuglio o su una biforcazione di un
ramo d’albero.Per la costruzione del nido utilizza generalmente tela di
ragno, muschio, licheni, fibre di piante ed altro materiale.
Il nido
è minuscolo ed a forma di coppa, quando è completato la femmina depone 1 o
2 piccole uova di colore bianco.Essa incuba le uova e alleva i piccoli
senza l’assistenza del maschio.
Il
maschio è normalmente poligamo e può avere una o più compagne
contemporaneamente.
Il
periodo di incubazione può variare da 13 a 23 giorni a secondo della
specie, mentre l’allevamento dei piccoli dura normalmente da 18 a 38
giorni.I giovani vengono alimentati con il rigurgito del cibo della madre,
generalmente costituito da insetti, poiché ricchi di proteine necessarie
per un rapido accrescimento corporeo.
I Colibrì sono tipicamente solitari, vivono in media 4-5 anni
e si associano con il sesso opposto solo per pochi secondi durante
l’accoppiamento.
Essi sono molto territoriali e difendono le loro fonti di cibo
e l’area di nidificazione.Il maschio difende il territorio, la femmina il
nido.Il controllo del territorio viene effettuato dal maschio stando
appollaiato su di un alto ramo d’albero e tenendo sotto osservazione gli
intrusi . Esso emette un segnale vocale di avvertimento all’avvicinamento
dell’estraneo e, se detto avvertimento viene ignorato, si lancia con un
volo in picchiata verso il “nemico” ingaggiando un vero e proprio duello
aereo, fatto di rincorse ed acrobazie, dove entrambi mettono in mostra
tutta la loro bravura e padronanza nel volo, atto a scacciare l’intruso ed
a stabilire la supremazia sul territorio.
In alcuni casi tale competizione può degenerare in una vera e
propria lotta includendo graffi e spinte. In questo caso il lungo becco
appuntito, di cui sono dotati, diventa un’arma e più precisamente una
spada.
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Colibrì Thaumastura
cora (coda bianca peruviana) mentre insegue in volo una preda.La preda è
un moscerino della frutta (drosophila melanogaster) visibile in alto a
destra.
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Nel 19° secolo centinaia e migliaia di Colibrì furono uccisi
in Sud America e spediti in Europa per decorazione. Alcuni individui ,
affascinati da questo grazioso uccellino colorato, lo vollero impagliato da
mettere in mostra nel proprio salotto come decorazione.Altri inventarono
una nuova moda inserendoli nei cappellini delle signore come ornamento.
La cronaca dell’epoca racconta di un commerciante Londinese
che in un anno importò più di 400.000 pelli di Colibrì uccisi.Per fortuna
questo sterminio non è continuato e questo piccolo uccello ha potuto
salvarsi dall’estinzione.
Oggi fortunatamente esistono numerose associazioni, non a
scopo di lucro, che si dedicano allo studio e protezione di questi
meravigliosi uccelli . L’uomo, il più grande predatore esistente sul
pianeta, ha forse deciso di conservare queste minuscole creature, che i
nostri antenati, probabilmente più saggi di noi, adoravano.
Contemporaneamente sta distruggendo la foresta amazzonica, per ricavarne
legname, unico grande polmone di ossigeno del pianeta, dove il Colibrì
vive.
Come naturalista mi auguro che questo splendido uccellino
diventi il simbolo di protezione delle foreste umide tropicali Sudamericane
e lancio questo messaggio a qualsiasi essere intelligente che, consapevole
dell’importanza della natura per la perpetuazione della vita umana sulla
terra, voglia raccoglierlo.
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