Come avvicinare gli animali in natura

 

Testo e fotografie di Ernesto Francini

 

 

Per chi si occupa di fotografia naturalistica, sia essa a scopo professionale od amatoriale, spesso, soprattutto quando si è alle prime esperienze, ed ancora non si sono affinate le capacità di avvicinamento alle varie specie animali, diventa difficile poter realizzare delle buone documentazioni fotografiche della fauna presente sul nostro territorio nazionale.

 

L'innata diffidenza di questi esseri viventi nei confronti dell'uomo, che per secoli ha tentato con ogni mezzo di perseguitarli e di cacciarli, rende difficile ogni tentativo di avvicinamento diretto e spontaneo.

 

Lo sviluppo di una tecnica di avvicinamento, soprattutto se è personale e frutto di continue esperienze vissute direttamente sul campo, congiuntamente con l'utilizzo di mezzi appropriati, è quindi consigliabile per raggiungere i risultati desiderati.

 

La conoscenza delle varie specie animali che si desidera documentare deve innanzitutto iniziare dallo studio attraverso la bibliografia esistente, la quale dovrà darci in primo luogo tutte le informazioni preliminari, relative alle caratteristiche ed al comportamento del soggetto, che forniranno la base di partenza della nostra ricerca.

 

Spesso l'animale è ripetitivo, e come ogni altro essere vivente organizza la sua giornata dedicandosi al compimento delle varie attività, come ognuno di noi è solito fare.

 

Quindi, se il soggetto è ad esempio un uccello, il primo consiglio è di cercare di individuare la zona del nido, in questo modo avremo un punto fermo di riferimento dal quale l'animale dovrà per forza transitare.

 

L'osservazione del nido potrà essere effettuata solo previo permesso rilasciato dall'ente gestore che controlla l'ambiente in cui è situata l'area di nidificazione.

Appostandoci nelle vicinanze del nido potremo studiare meglio le sue abitudini, quando si allontana per la caccia, quando ritorna e quando si riposa.

Noteremo che spesso mantiene gli stessi orari e le stesse abitudini e questo ci permetterà di organizzare meglio il nostro lavoro.

 

L'avvicinamento al nido deve essere fatto possibilmente utilizzando un capanno mobile, oppure creando una postazione fissa ricavata e mimetizzata tra i cespugli e la vegetazione che costituiscono l'ambiente.

Se utilizziamo un capanno mobile, esso dovrà essere posizionato nelle vicinanze e lasciato per diversi giorni sul posto, prima dell'utilizzo, al fine di abituare gli animali alla sua presenza, meglio ancora se esso verrà ricoperto con foglie, ramoscelli ed altro che lo rendano meno visibile e maggiormente integrato nell'ambiente.

 

E' opportuno inoltre abituare gli uccelli alla presenza dell'obbiettivo lasciando una bottiglia

o un cilindro di cartone, di colore simile a quello del nostro obiettivo, inserito nelle feritoie

del capanno.

 

Si dovrà accedere al capanno solo prima dell'alba e l'uscita dovrà avvenire solo con il buio.

Non dimentichiamoci che alcuni animali, in special modo gli uccelli, possiedono una vista molto più acuta della nostra e sono molto attenti a percepire ogni qualcosa avvenga nelle loro vicinanze, non rispettare queste regole potrebbe compromettere ogni nostro sforzo e rendere inutili e vane le nostre lunghe attese all'interno del capanno.

 

Per attrarre maggiormente gli animali si potrebbe anche predisporre una mangiatoia, posizionata alla giusta distanza per ottenere dal nostro obiettivo delle buone riprese, possibilmente predisponendo un ramo d'albero sopra la stessa che possa fungere da posatoio per l'uccello che viene ad alimentarsi.

 

Nel caso di animali carnivori (aironi, rapaci ed altri uccelli predatori) la mangiatoia potrà

essere alimentata con scarti di carne e pesce, mentre per i passeriformi potremo utilizzare del pane, briciole di dolci, noci, arachidi e semi vari.

 

 

 

 

 

 

 

    Cavaliere d’Italia al nido

(Himantopus himantopus).

 

Cavaliere d’Italia in atterraggio

(Himantopus himantopus).

 

 

 

 

Vorrei comunque fare notare che qualsiasi azione noi intraprendiamo, avvicinandoci ad un nido, questa non deve prescindere dal rispetto verso l'animale ed il suo ambiente.

 

Se avvicinandoci l'animale si accorge della nostra presenza e da segni di insofferenza è opportuno che noi abbandoniamo la nostra impresa evitando di peggiorare la situazione.

Nel caso nel nido vi fossero dei pulcini bisogna tener presente che essi normalmente verranno abbandonati dai genitori, che di fronte ad un possibile predatore, come l’uomo, a cui non sanno far fronte, non possono far altro che fuggire. Finché il predatore persisterà con la sua presenza essi non torneranno mai al nido ed i pulcini non potranno essere alimentati.

 

Inoltre vi sono casi atipici ed estremi che bisogna saper riconoscere subito agendo di conseguenza.

 

Era primavera, dovevo documentare, studiare, le abitudini e la vita degli aironi rossi, mi ero quindi recato in una garzaia. Dopo aver individuato, con l'ausilio del binocolo che porto sempre con me, un bellissimo esemplare di airone rosso posato su un cespuglio di saliceto, avevo iniziato lentamente ad avvicinarmi, cercando di mettere in atto tutte le precauzioni possibili per non disturbare e spaventare l'animale.

 

Ero arrivato a circa 15 metri di distanza, una distanza ottima per il mio obiettivo, e l'animale,

che non si era ancora accorto della mia presenza, era tranquillo e non dava alcun segno di insofferenza.

 

Dovevo ora scegliere una posizione stabile in cui appostarmi per fotografare e poiché tra me e l'airone

vi era una depressione del terreno con un corso d'acqua avevo deciso di discenderne il bordo fino ad appostarmi dietro ad un cespuglio posto sulla riva.

 

Purtroppo nel compiere la discesa scivolai improvvisamente creando non poco trambusto.

Mi trovai completamente disteso a terra, rammaricato per quanto accaduto, conscio che sicuramente

questo rumore aveva allarmato e fatto scappare gli uccelli presenti e tutta la mia fatica era stata vana.

 

Sconsolato mi rialzai e mi misi seduto sul terreno, preoccupandomi esclusivamente di non aver danneggiato l’apparecchiatura fotografica, poiché sapevo che tutto il resto era ormai perduto.

 

Ma quando finalmente alzai gli occhi, con mio grande stupore, notai che l'airone rosso era ancora li. Non riuscivo a capire come questo fosse possibile, ormai si era accorto della mia presenza e perdipiù ora mi trovavo completamente allo scoperto.

 

Con calma mi avvicinai al cespuglio che avevo individuato e con il binocolo iniziai a scrutare l'ambiente intorno all'animale.

Ora tutto era chiaro, in basso, nascosto tra i rami del saliceto vi era un nido con due pulcini nati da poco, l'airone non aveva voluto abbandonarli.

Presi le mie cose e me ne andai il più in fretta possibile.

 

 

 

 

 

Airone rosso (Ardea purpurea).

 

Airone bianco maggiore (Egretta alba)

 in un canneto nelle vicinanze del nido.

 

 

 

La tecnica di avvicinamento allo scoperto è sicuramente quella più difficile da attuare ma senza dubbio quella che da maggiori soddisfazioni.

 

Avvicinarsi ad animali selvatici allo scoperto, come ad esempio gli uccelli, è praticamente impossibile, ma se si possiede una buona dose di pazienza anche questa tecnica alle volte può dare buoni risultati.

Personalmente credo che l'animale possieda una sensibilità molto maggiore di quella dell'essere umano e sappia riconoscere, nel tempo, le intenzioni buone o cattive presenti nel nostro animo.

 

Avvicinarsi a loro con un animo ben disposto nei loro confronti, facendo loro sentire, con il nostro comportamento che non vogliamo fagli del male, non può fare altro che abbassare progressivamente le barriere che ci dividono rendendoli consapevoli delle nostre buone intenzioni.

 

Tra gli uccelli più sensibili vi è la Gru Europea, un animale schivo e diffidente, diversamente da altri uccelli, di dimensioni analoghe, essa interpone normalmente una distanza di fuga maggiore, dal possibile predatore, e ad ogni minimo rumore sospetto è pronta ad involarsi.

 

Documentare fotograficamente questo uccello, se non si dispone di una postazione fissa ben mimetizzata, diventa difficile e praticamente impossibile.

 

Desideravo fotografarlo, e sebbene conscio di queste difficoltà volevo farlo nel modo più semplice e diretto possibile, cioè avvicinandomi a loro allo scoperto.

Volevo farlo per provare una nuova esperienza, perché amo gli animali, perché sono una persona che come molte altre cercano un contatto diretto con questi meravigliosi esseri viventi, provando gioia quando questo accade, poiché credo fermamente che l'uomo e gli animali debbano convivere in modo sereno e pacifico su questo pianeta senza temersi gli uni con gli altri.

 

Avevo individuato il territorio di una bellissima coppia di questi uccelli e iniziai cosi a praticare un avvicinamento diretto.

Tutte le volte che mi avvicinavo loro si allontanavano, mantenendo la giusta distanza di fuga

per spiccare il volo in condizione di sicurezza.

 

Il maschio seguendo un comportamento tipico della specie, dopo essersi allontanato, si alzava in volo e girava in tondo ad alta quota, sopra la posizione in cui mi trovavo, per diversi minuti, per controllarmi meglio e capire quali pericoli aveva di fronte.

 

Questa situazione si è ripetuta per alcuni mesi senza che io potessi effettuare delle fotografie decenti (gli uccelli erano troppo distanti da me). Fin quando un giorno ripetendo il solito rituale di avvicinamento, sempre molto lentamente, passo dopo passo, ho notato che non si allontanavano più, avevano capito che non volevo fare del male.

 

Sono rimasto così per parecchio tempo abbastanza vicino a loro da poter scattare tutte le fotografie che volevo.

 

In conclusione vorrei sintetizzare il mio pensiero personale.

 

Nella fotografia naturalistica avrà più successo il fotografo più preparato dal punto di vista naturalistico, quello che avrà meglio compreso nel loro intimo la vita e le abitudini degli animali, non certo il più bravo dal punto di vista tecnico nell'utilizzo delle apparecchiature.

 

            Gru (Grus grus).

 

 

Bibliografia  consigliata :

 

- Peterson, Mountfort, Hollom -  GUIDA AGLI UCCELLI D'EUROPA. F. Muzzio Editore.

 

- Bertel Bruun, Arthur Singer  -   UCCELLI D'EUROPA. Arnoldo Mondadori Editore.

 

- Colin  Harrison                    -   NIDI, UOVA E NIDIACEI DEGLI UCCELLI

                                               D'EUROPA - Guida al riconoscimento. F. Muzzio Editore